martedì 29 novembre 2011





Giarre città di cultura. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Teresa Sodano negli ultimi anni ha incentivato il turismo culturale sostenendo con forza alcuni importanti progetti che hanno trasformato la cittadina jonica in un punto di riferimento nel comprensorio jonico etneo. Notevoli gli sforzi profusi per la riqualificazione di un importante sito storico, nel quartiere Camposanto Vecchio, con il restauro, ad opera della Sovrintendenza, delle cripte della scomparsa chiesa di S.Agata. Ma il recupero e la piena valorizzazione dell’area archeologica è solo un intervento “accessorio” di un programma di ristrutturazione dell’intero quartiere che sorge alle spalle de Duomo. Il Comune di Giarre, nei mesi scorsi, ha partecipato ad un bando promosso dall’assessorato regionale al Turismo, aggiudicandosi un finanziamento di oltre 850 mila euro. L’intervento progettuale, nel pieno rispetto dell’identità storica del quartiere, consiste nella riqualificazione urbana dell’esistente piazza De Andrè con la fornitura e l’installazione di elementi di arredo urbano; la realizzazione di percorsi pedonali; la  demolizione dei vecchi wc pubblici di piazza Duomo: al loro posto sorgerà una suggestiva scalinata artistica attraverso la quale si potrà raggiungere il quartiere Camposanto vecchio. Anche il massimo tempio giarrese, il Duomo, sarà oggetto di un intervento radicale di restauro e di messa in sicurezza. Su sollecitazione del sindaco Sodano, la Regione ha infatti stanziato la somma di 1 milione di euro in favore della chiesa Madre per le opere di risanamento statico della copertura e delle fondazioni. Un altro intervento, voluto dall’Amministrazione, è stato il restauro di una decina di pale settecentesche e ottocentesche esposte all’interno del Duomo grazie ad un finanziamento dell’assessorato regionale ai Beni culturali.  Cultura e storia. Nell’intento di recuperare e mantenere viva la memoria storica del Comune, attraverso i documenti storici che testimoniano i vari accadimenti, di recente è stato varato un progetto di riordino del proprio archivio storico. Per l’attuazione del progetto è stata incaricata la dott.ssa Mariagrazia Malagoli, già dipendente del Ministero per i Beni e le attività culturali, Archivio di Stato di Catania. “Giarre oggi è una città culturale anche per i suoi musei - afferma il sindaco Sodano - sin dai primi anni del mio insediamento ho creduto in questa potenzalità. Oggi il nostro fiore all’occhiello è il museo del presepe permanente che registra annualmente oltre 6 mila visite, certamente uno dei punti di riferimento in Sicilia dell’arte presepistica. Non meno importante è il Museo delle Migrazioni, presente all’interno del palazzo delle Culture, al quale ho fortemente creduto. La struttura museale propone una ricostruzione del processo migratorio che ha interessato il territorio ionico-etneo dalla fine dell’Ottocento ad oggi”. Detti musei assieme a quello antropologico Genti dell’Etna e all’Acquario della Provincia, fanno parte di un percorso culturale. La valorizzazione del palazzo della Cultura rappresenta un’altra priorità; un progetto ambizioso che prevede la trasformazione dello storico palazzo giarrese, in una grande struttura suddivisa in aree funzionali e tematiche destinate ad accogliere attività propriamente museografiche,  è stato inserito tra le proposte da finanziare con i fondi del Pist”. Cultura e valorizzazione del patrimonio storico monumentale. Di grande rilevanza storica la scoperta, nel 2007, di alcune cripte risalenti al 600, nel sottosuolo della chiesa del Convento, che ha aperto uno squarcio notevole nella storia di Giarre ed in particolare delle sue chiese. E, nell’ottica di rivitalizzare alcune importanti opere storiche che ricadono nel cuore del centro storico giarrese, l’Amministrazione Sodano, nel corso degli ultimi anni, ha restituito ai propri cittadini l’ex pescheria comunale di via Calderai (lato ovest), oggi polo culturale della città con auditorium e sale espositive e ancora: l’ex macello di piazza Ungheria, per lunghi anni ricettacolo di rifiuti e simbolo di degrado, trasformato, grazie ad uno stanziamento dell’assessorato regionale al Turismo, in centro espositivo permanente

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